sabato 18 ottobre 2014

Un’ importante dichiarazione dell’OMS si occupa di violenza ostetrica. Ecco la traduzione provvisoria a cura di FFB RAG ed il nostro commento



Un’ importante dichiarazione dell’OMS si occupa di violenza ostetrica.
Ecco la traduzione provvisoria a cura di FFB RAG ed il nostro commento

Da qualche tempo in rete, soprattutto nei forum o sui social nelle pagine dedicate alla gravidanza e alla salute della donna, è comparsa la notizia che l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità, in inglese WHO: World Health Organization) avrebbe pubblicato delle nuove raccomandazioni per la gravidanza ed il parto. Se così fosse la notizia sarebbe davvero molto importante, considerato che le attuali raccomandazioni sono quelle del 1985, riviste nel 1996 ( qui è possibile leggere le Raccomandazioni e anche scaricarle in PDF).
Ma allora cosa è successo? Come mai si è diffusa questa notizia scorretta che ha avuto una vasta eco e suscitato reazioni entusiastiche da parte di chi, a vario titolo, si occupa di gravidanza e parto?

Cosa ha veramente detto l’OMS?

Il fraintendimento è nato perché l’OMS ha pubblicato uno Statement, una Dichiarazione cioè, che molte e molti hanno pensato contenesse la definizione di nuove linee guida o raccomandazioni.
In realtà non è così, si tratta di un nuovo e importante documento, dal titolo molto chiaro: “La prevenzione e l’eliminazione della mancanza di rispetto e degli abusi durante il travaglio e il parto nelle strutture sanitarie”. Il testo è pubblicato in diverse lingue, ma non in italiano, Freedom ne ha fatto una prima traduzione provvisoria che troverete a breve qui di seguito. Il testo originale invece è possibile scaricarlo qui (inglese), qui (francese) o qui (spagnolo).

Ecco una sintesi del documento ed i nostri commenti al riguardo:
Innanzitutto riteniamo che l’importanza di questa dichiarazione è davvero notevole perché, per la prima volta ed  in modo chiaro e inequivocabile, la massima Organizzazione mondiale che si occupa di Salute parla di violenza ostetrica, denunciando come la mancanza di rispetto e l’abuso sulle donne durante la gravidanza, al momento del parto e nel post - partum siano purtroppo molto diffusi nelle strutture sanitarie di tutto il mondo ed abbiano gravi conseguenze sulla salute materna e infantile.

L’OMS afferma che le violenze che avvengono al momento del parto sono di una particolare gravità a causa della maggiore vulnerabilità delle donne.

Il documento prosegue descrivendo qual sono le principali forme e modalità di abuso e mancanza di rispetto ed identifica in particolare:
  • abusi fisici
  • gravi umiliazioni
  • aggressioni verbali
  • imposizione coatta di trattamenti o procedure mediche e/o mancanza di consenso pienamente informato da parte delle donne rispetto a tali atti
  • rifiuto di somministrare farmaci antidolorifici, qualora la donna ne faccia richiesta
  • gravi violazioni della privacy
  • il rifiuto di ammissione nelle strutture sanitarie
  • negligenza e incuria durante l’assistenza che può determinare complicanze evitabili e
    che minacciano la vita
  • la detenzione delle donne e dei loro bambini nella struttura dopo la nascita a causa dell’incapacità economica della donna di far fronte alla spesa per il parto
Per quanto riguarda l’Italia, nelle sale parto e nei reparti maternità dei nostri ospedali quasi tutte le forme di violenza individuate sono purtroppo molto comuni, eccezion fatta forse per il ricatto economico, dal momento che (per ora) il nostro Servizio Sanitario Pubblico garantisce il libero e gratuito accesso alle prestazioni sanitarie.

La dichiarazione inoltre evidenzia come alcune gruppi o categorie di donne siano esposte ad un rischio maggiore di essere vittima di mancanza di rispetto ed abuso nel percorso nascita: ragazze adolescenti, madri single, donne povere, donne appartenenti a minoranze etniche, donne migranti e donne positive al virus dell’HIV.

A nostro avviso tale dato rende ancora più grave un quadro già drammatico, evidenziano ancora una volta quanto la salute sia direttamente influenzata da fattori di natura sociale ed economica. Come gruppo attivista constatiamo con amarezza e rabbia quanto la nostra società, in tutte le sue articolazioni, comprese quindi le Istituzioni o le strutture sanitarie che dovrebbero garantire pari diritti e pari dignità a tutte e tutti, sia classista, sessita e razzista.

Lo statement dell’OMS prosegue affermando che, nonostante le evidenze scientifiche raccolte (nel documento è presente un’interessante bibliografia) che evidenzino come il problema sia presente in modo diffuso ed abbia gravi conseguenze in termini di salute, al momento non vi è ancora un accordo internazionale nella comunità scientifica circa la definizione di cosa sia la violenza ostetrica e su come misurare la mancanza di rispetto e gli abusi nel percorso nascita, pertanto non sono disponibili dei dati quantitativi sulla prevalenza di tale fenomeno. Per questo motivo l’ OMS ritiene necessario e improrogabile che venga compiuto un grande sforzo di ricerca coordinato a livello internazionale, per meglio definire, misurare e comprendere il fenomeno della mancanza di rispetto e dell’abuso sulle donne al momento del parto e soprattutto per elaborare azioni efficaci finalizzate alla prevenzione ed all’eliminazione di tale grave situazione.

Per l’OMS è di primaria importanza porsi l’obiettivo di raggiungere e garantire elevati standard di assistenza alle donne durante il parto nelle strutture sanitarie, per tale motivo i sistemi sanitari devono essere organizzati e gestiti in modo da garantire il rispetto della salute sessuale e riproduttiva delle donne e dei loro diritti umani.
Nonostante molti governi, ricercatori, organizzazioni internazionali, gruppi della società civile e comunità di tutto il mondo abbiano già evidenziato la necessità di affrontare questo problema, in molti casi le politiche per promuovere un’assistenza al parto rispettosa delle madri non sono ancora state adottate, o non sono ancora stati tradotte in azioni significative, in grado di garantire l’efficacia nel raggiungere l’obiettivo primario della prevenzione e dell’eliminazione del fenomeno della violenza ostetrica.

La dichiarazione si chiude con una vera e propria call for action rivolta alle donne, allle comunità, sgli operatori sanitari, ai dirigenti, a chi si occupa di formazione del professionale sanitario, agli organismi di istruzione e di certificazione, alle associazioni professionali, ai governi, ai sistemi sanitari, ai ricercatori, ai gruppi della società civile ed alle organizzazioni internazionali, perché attivino quella che per l?OMS sembra essere l’unica strategia davvero efficace per prevenire ed eliminare il fenomeno della mancanza di rispetto e dell’abuso sulle donne nel percorso nascita, ovvero un processo inclusivo, che coinvolga e sia partecipato da tutti i soggetti coinvolti

L’OMS individua alcuni punto fondamentali da tradurr ein azioni a livello locale ed internazionale:
  1. Più sostegno da parte dei governi per lo sviluppo della ricerca finalizzata a definire e misurare la mancanza di rispetto e gli abusi che si verificano in tutto il mondo in istituzioni pubbliche e private durante il percorso nascita e per comprendere meglio l'impatto sulla salute delle donne e sulle loro scelte. E’ necessario che la ricerca produca prove dell’ efficacia di interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno, attuati in contesti diversi, al fine di fornire delle linee guida e dei modelli di intervento guida ai governi e operatori sanitari.
  2. L’avvio il sostegno ed il mantenimento nel tempo di  programmi per migliorare la qualità delle cure nell’ambito della salute materna. Tali buone pratiche di cura possono includere (ma non solo) il sostegno morale dato dalla presenza al fianco della donna di una persona di sua scelta, la possibilità di muoversi durante il travaglio ed il parto, l'accesso al cibo e bevande, la riservatezza, la tutela della privacy, la possibilità di scelta informata, la diffusione di informazioni sui diritti, la garanzia di risarcimento in caso di violazioni di tali diritti, e la garanzia di elevati standard professionali nell’assistenza. L’assistenza deve essere Centrata sulla Persona (People Centered).
  3.  Sottolineare il fatto che diritto delle donne a godere di assistenza dignitosa e rispettosa durante la gravidanza e il parto è un diritto umano fondamentale riconosciuto dal diritto internazionale come tale. Gli avvocati possono ricorrere a tale giurisprudenza per promuovere iniziative politiche sull'importanza di un’assistenza basata sul rispetto e per difendere le donne in caso di violazioni. L’organizzazione dei sistemi sanitari deve essere Basata sui Diritti (Right Based).
  4.  A tutti i livelli, gli operatori sanitari hanno bisogno di formazione e di sostegno, è necessario implementare programmi di formazione in tal senso. Sarebbe importante individuare, strutture sanitarie e  servizi dedicati alla salute materna, che già operino adottando pratiche di assistenza  basate sul rispetto, al fine di compiere indagini sull’efficacia di tali modalità. E’ inoltre molto importante incoraggiare la partecipazione delle donne e delle comunità ad un processo di monitoraggio continuo finalizzato al miglioramento delle pratiche di assistenza e cura.
Come movimento attivista da sempre impegnato nella promozione e nella difesa del diritto delle donne ad avere la possibilità di autodeterminarsi e di compiere libere scelte durante il percorso nascita, nonché di ricevere un’assistenza rispettosa e valida dal punto di vista delle evidenze scientifiche, riteniamo che questa Dichiarazione sia un documento fondamentale che non potrà essere ignorato da governi e istituzioni sanitarie.
Rispondiamo alla call for action intensificando ancora di più il lavoro di informazione, sensibilizzazione e lotta che ci vede impegnate da tempo affianco alle donne e dalla parte delle donne, in particolare di quelle socialmente più deboli o discriminate.

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