lunedì 12 ottobre 2015

15 ottobre Giornata della Consapevolezza sul Lutto Perinatale BabyLoss Awareness





Dal 2007, grazie all’Ass. CiaoLapo, anche in Italia il 15 ottobre si celebra la Giornata della Consapevolezza sul Lutto Perinatale ‪‎(BabyLoss Awareness).
E’ un appuntamento importante per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza collettiva sul significato psicoaffettivo della perdita di un figlio o di una figlia, desiderati e attesi, in gravidanza e nel post partum e sugli effetti del lutto, in particolare se non riconosciuto e rispettato come tale, sulla salute e sul benessere  dei genitori e sulle successive gravidanze. 

E’ il primo anno che Freedom for Birth – Rome Action Group, in collaborazione con il Melograno di Roma, partecipa attivamente all’iniziativa organizzata a Roma da CiaoLapo. 

Saremo presenti al Convegno “Il lutto perinatale. Lo stato dell'arte in ostetricia e psicologia" con un intervento sulle cure e l’assistenza appropriata versus inappropriata ai genitori in lutto “Quando la cura non cura: dagli ostacoli alla resilienza ai traumi nel lutto perinatale”. 

Troppo spesso quando parliamo di salute e benessere relativo alla vita sessuale e riproduttiva delle donne, le modalità di assistenza sono inappropriate (in termini di adeguatezza, efficacia ed efficienza), non rispettose delle scelte informate e libere della donna stessa e dei suoi diritti umani, costituzionali[1] e sanciti dalla legge. Linee guida ed evidenze scientifiche vengono facilmente soppiantate da tabù, giudizi, pregiudizi e posizioni ideologiche. Senza tenere conto del rischio di danni iatrogeni sulla salute psicofisica della persona. Dimenticando che sostenere le risorse personali e la capacità di autodeterminarsi, prendendo decisioni informate e consapevoli per se stesse e sul proprio corpo, è un potente fattore di promozione della salute, intesa come benessere globale e non semplicemente come assenza di malattia[2].
Le madri in lutto perinatale non fanno eccezione. E neanche i padri in lutto. 

Per le donne e le coppie che vivono la morte in utero o dopo il parto de* propr* figl* desiderati e attesi, ricevere un’assistenza di base empatica, sensibile, rispettosa e laica contestualmente all’esperienza di lutto, non è scontato. Nella maggior parte dei casi la pratica clinica non ha un approccio bio-psico-sociale[3], non si basa su evidenze scientifiche aggiornate, ignora le LG internazionali e Nazionali pubblicate nel 2008[4] e distribuite in tutti i punti nascita. Spesso viola i diritti della donna e delle coppie.
Le modalità di assistenza sanitaria contingenti all’esperienza della perdita, spesso vissuta come traumatica, risentono del tabù socioculturale che c’è sul lutto perinatale: è un non evento.  
“Il mancato riconoscimento sociale e culturale del lutto perinatale lascia la coppia e le famiglie nella solitudine e nel silenzio. La non legittimazione del dolore connesso alla perdita, unitamente ad assistenze spesso inappropriate, all’assenza di supporto socio-emotivo e alla carenza di spazi di sostegno esperto, sono tra i principali fattori che possono portare i genitori a isolamento e chiusura e a complicazioni nell’elaborazione del lutto, con il rischio di ulteriori effetti dannosi sulla loro salute”[5].
Purtroppo non è frequente che le madri e i padri in lutto ricevano il supporto adeguato e tutte le necessarie informazioni per compiere scelte consapevoli. E a tutto ciò si aggiungono trattamenti irrispettosi e maltrattanti così come emerge dai racconti di molte donne. In una situazione già traumatica, com’è la perdita di un figlio o di una figlia desiderati, le modalità di “cura” trascuranti, abbandoniche, giudicanti e colpevolizzanti o francamente ostili, ledono la dignità della persona e la sua integrità psicofisica, operando un processo di vittimizzazione secondaria. Parole e comportamenti possono causare un’ulteriore traumatizzazione e in alcuni casi essere più traumatizzanti dell’evento in sé. Questo rappresenta il contesto socio-emotivo che contribuisce significativamente a complicare l’elaborazione del lutto.
Il lutto non è una malattia ma un’esperienza esistenziale e psichica umana universalmente condivisa che richiede un fisiologico processo di elaborazione con caratteristiche e tempi non uguali per tutti. La presenza del lutto perinatale non è una conditio certa che “spiega” l’insorgenza di un disturbo, sollevando così di qualsiasi responsabilità il contesto sociale e sanitario. 

Per questo è importante per noi partecipare alla giornata della Consapevolezza sul Lutto Perinatale.  
Qui di seguito il programma della giornata organizzata a Roma da CiaoLapo il 15 ottobre.
Vi aspettiamo. 

Per leggere il programma del Convegno Il lutto perinatale lo stato dell'arte in ostetricia e psicologia" e della giornata organizzati da CiaoLapo a Roma clicca QUI.
 



[1] Art. 2 diritto all’autodeterminazione; Art. 13 diritto alla libertà personale; Art. 32 diritto alla salute
[2] OMS Carta di Ottawa, 1986: "La salute viene creata e vissuta da tutti nella sfera della quotidianità: l'apprendimento, il lavoro, il gioco, l'amore. La salute si crea avendo cura di se stessi e degli altri, acquisendo la capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo delle circostanze della vita (…)”
[3]Il paradigma sottolinea l'importanza di fattori non solo biologici, ma anche psicologici e sociali, quali determinanti dello stato di salute delle persone, fattori che sono inestricabilmente legati tra loro”. Mattina M., Pacini G., Giocoli V., Rizzelli C., “Di opposte fazioni e libertà delle donne”, 2012. www.freedomforbirthromeactiongroup.blogspot.it
[4] “La natimortalità: audit clinico e miglioramento della pratica assistenziale", 2008, a cura di Dante Baronciani, Gaetano Bulfamante e Fabio Facchinetti, distribuito dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in tutti i punti nascita e nelle anatomie patologiche ad essi collegate su tutto il territorio nazionale. 
[5] Demetra – Dar Voce al Silenzio. Servizio Psicologico sul Lutto Perinatale. www.melogranoroma.org/lutto-perinatale/

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